La Fondazione da noi assistita e rappresentata e della quale facciamo orgogliosamente parte, è nata con l’obiettivo di assicurare la tutela e la
rappresentanza degli associati in quanto sportivi e tifosi juventini, considerando tale appartenenza calcistica elemento identitario da valorizzare, nel pieno rispetto dei diritti costituzionali, delle norme di legge e di pubblica sicurezza, nonché nel pieno rispetto del dialogo con le Istituzioni, come stabilito dall’art.3.2 del nostro Statuto.
Nella giornata di ieri, 9 gennaio 2025, nel corso del TG1 fascia serale (20/20,30), andava in onda un servizio (a firma del giornalista Alfredo Ranavolo) ove si commentava, anzi si plaudiva, ad una novità introdotta per gli
arbitri di calcio inglesi, ossia la possibilità per il direttore di gioco di illustrare al pubblico presente all’interno dello stadio le motivazioni delle scelte operate dal Video Assistant Referee (comunemente denominato VAR).
In particolare, si riferiva come, nel corso della partita Tottenham – Liverpool, valevole come semifinale di Coppa di Lega inglese, l’arbitro spiegava all’intero stadio, mediante microfono wireless, la decisione del VAR di annullare un gol degli Spurs a causa di un millimetrico fuorigioco.
Il servizio proseguiva con una breve intervista all’ex arbitro Mauro Bergonzi, e, in chiusura, il giornalista paragonava tale situazione a quella
avvenuta nel corso del campionato di serie A 1997/1998 durante l’incontro Juventus – Inter e ricordata come “lo scontro Iuliano Ronaldo”.
Sul punto, si sottolineava come Mark Iuliano (difensore della Juventus) in tale occasione venne “graziato” dall’arbitro e che tale accadimento decise poi le sorti di quel campionato di serie A.
Infine, il servizio terminava con la considerazione, piuttosto sconsolata:
“Chissà cosa avrebbe detto l’arbitro Ceccarini se fosse stato collegato con lo stadio intero”. Il servizio medesimo veniva successivamente pubblicato anche sul social network X sul profilo del TG1.
Tale servizio ha provocato sconcerto e sdegno in tutti quei tifosi juventini (tra l’altro contribuenti anche del servizio pubblico televisivo) che in quel momento stavano vedendo il telegiornale o che lo hanno successivamente visionato o ne hanno avuto comunque notizia. È evidente come si impongano alcune considerazioni.
Innanzitutto, è di palmare evidenza la strumentalizzazione di un avvenimento relativo a una competizione sportiva straniera del 2025 comparandolo ad uno del 1997 nel nostro massimo campionato calcistico:
l’episodio italiano citato nel servizio, risalente tra l’altro a quasi trent’anni fa, è evidentemente citato con l’unico scopo di denigrare, ancora una volta, la Juventus, e con la conseguenza di rinfocolare, qualora ce ne fosse bisogno, il sentimento popolare contro la squadra torinese e i suoi tifosi.
Premettendo che il caso Iuliano/Ronaldo non può essere considerato fallo di gioco (basti sul punto osservare che al giorno d’oggi azioni analoghe non vengono sanzionate e che, comunque, su tali episodi il regolamento non
consente l’intervento del VAR), non può tacersi la perniciosa faziosità di tale citazione e capziosa similitudine. Ci si chiede, infatti, per quale motivo si sia menzionato questo singolo episodio e non invece, per rimanere nell’ambito del campionato di calcio da Voi scelto nel servizio, l’episodio dubbio tra le
medesime squadre nel girone di andata (nel quale veniva negato dall’arbitro un rigore alla Juventus per fallo di West nei confronti di Inzaghi).
Inoltre, la ricostruzione è oggettivamente inveritiera poiché l’autore del servizio ha affermato che, sul rovesciamento di fronte, venne concesso il rigore che decise lo scudetto: il rigore venne invero sbagliato e si era già sull’1 – 0; si lascia così intendere che al rigore negato (in una partita asseritamente in
pareggio secondo il servizio ma così non era), sarebbe seguita poi la concessione
del rigore con conseguente vittoria su rigore che avrebbe deciso il campionato.
Sfugge, inoltre, il senso di collegare due episodi che tra loro non hanno nessun legame e che non possono essere oggetto di comparazione; certo è che, facendo ciò, il servizio televisivo pubblico ha esposto la società Juventus (che, è bene ricordarlo, è società quotata in borsa) al pubblico ludibrio.
Oltre a ciò, preme evidenziare la clamorosa disparità di trattamento adottata dal TG1 nel divulgare notizie del tutto analoghe, quali quelle relative alle inchieste giudiziarie denominate “Alto Piemonte” (infiltrazioni malavitose tra il tifo organizzato juventino ed estorsioni ai danni della Juventus F.C.) e
“Doppia Curva” (infiltrazione di organizzazione mafiosa tra il tifo organizzato di Inter e Milan e molti altri reati).
La prima trovava ampio spazio tra le notizie diffuse dal Vostro telegiornale: decine e decine di servizi, in cui, tra l’altro, si evidenziava il possibile coinvolgimento dell’allora Presidente della Juventus, il dott. Andrea Agnelli; la seconda, invece, citata esclusivamente in occasione dell’esecuzione
di ordinanza di misura cautelare nei confronti di diversi indagati e in occasione della successiva conferenza stampa degli investigatori della DDA di Milano.
Tale silenzio mediatico risulta quantomeno bizzarro, se non apparentemente inspiegabile, atteso che, nell’ultimo mese, i principali organi di stampa e i più rilevanti telegiornali privati abbiano hanno pubblicato stralci di un verbale di interrogatorio di un indagato che collabora con la Giustizia e che coinvolgerebbe, con modalità non meglio precisate, l’attuale Presidente, il vice Presidente e altre figure apicali dell’Inter.
Ciononostante, a tali figure e tali vicende non è stato riservato lo stesso interesse giornalistico serbato invece al Presidente Agnelli ed alla Juventus.
Del resto, disinformazione e disparità di trattamento (tra la Juventus e le altre squadre di calcio, in particolare l’Inter) sono argomentazioni valide anche per un’altra vicenda giudiziaria che ha coinvolto il mondo l del calcio, quella nota con il nome “Calciopoli”.
Innumerevoli aperture del TG1 venivano dedicate alla prima parte della storia, quella relativa alle penalizzazioni di Juventus, Milan e altre squadre e al processo penale di Napoli.
Non altrettanta divulgazione ha invece avuto il seguito di quella vicenda, con particolare riferimento a due vicende:
- la pubblicazione della relazione del procuratore federale Stefano
Palazzi, che rilevava come la società Inter e l’allora presidente
Giacinto Facchetti fossero colpevoli di illecito sportivo, così come
emergeva dalle intercettazioni portate alla luce durante il
processo penale di Napoli; - la sentenza di assoluzione del direttore Luciano Moggi
(denunciato per diffamazione da Gianfelice Facchetti) resa dal
Tribunale di Milano e dalla quale si è evinto, in via definitiva,
come le telefonate di Facchetti (ndr Giacinto) “costituiscono un
elemento importante per qualificare una sorta di intervento di lobbing da
parte dell’allora presidente dell’Inter nei confronti della classe arbitrale”
e come le medesime siano “significative di un rapporto di tipo
amicale” e “preferenziale”, raggiungendo “vette non propriamente
commendevoli”.
Orbene, da tali pochi esempi è ben visibile quanto l’informazione relativa
al mondo del calcio a volte sia probabilmente condizionata da fazioni di tifo
diverse. Ciò però pare francamente inaccettabile se a fornire informazioni
parziali, tendenziose o a omettere di darne sia il canale principale della
televisione pubblica e, per giunta, nella fascia oraria con più ascoltatori.
Per tutte le ragioni sopra esposte, la Fondazione Jdentità Bianconera, per
il tramite dello scrivente difensore, auspica che l’informazione venga fornita in modo imparziale e attenendosi ai fatti e non alle opinioni e resta in attesa di
ricevere, a nome di tutti i tifosi juventini, le scuse per il servizio oggetto della
presente.
Inoltre, si diffida Codesta Spettabile Società a rimuovere immediatamente il contenuto del post su social network X, oltre che da altre piattaforme online che ne rendano possibile nuovamente la visione




