Era il 25 aprile del 1995 e una stella bianconera è volata in cielo. Andrea Fortunato, un cognome che lui stesso definiva evocativo nel valorizzare il suo percorso di crescita nel football, è scomparso a soli 23 anni il 25 aprile 1995. Un carattere forte il suo, sfrontato e coraggioso, nel lasciare casa giovanissimo e nell’inseguire il sogno di sfondare nel calcio.
Passando dal Como del giovane dirigente Beppe Marotta, dal Genoa, con cui attira su di sé le attenzioni delle big, rinunciando al Parma e scegliendo con forza la Juventus, sua squadra del cuore. Correndo in fascia e mostrando orgoglioso una folta chioma che non piaceva certo a Boniperti (“ma taglierò i capelli quando Baggio taglierà il codino”, disse al presidente … mostrando il carattere dei forti). Quel carattere che l’ha spinto a lottare con determinazione per sconfiggere la leucemia e tornare a vestire i colori del suo cuore.
Quella dura battaglia non è riuscito a vincerla. “A nome di tutta la squadra non ti nascondiamo, caro Andrea, che quando abbiamo avuto la tragica notizia ci siamo arrabbiati tanto. Ti credevamo invincibile. In questi undici mesi hai insegnato a tutti noi come vanno affrontati i problemi, quelli veri. Mai un lamento, non volevi che soffrissimo per te. Da lassù, non piangere», disse capitan Gianluca Vialli in occasione dei funerali di Andrea, cui hanno preso parte migliaia di persone. Vialli non riesce a non piangere, costretto a fermarsi per due volte. Passano pochi giorni e il 30 aprile la Juve gioca a Firenze, non certo una partita tra compagini gemellate. Al “Franchi” compaiono le parole commosse scritte da un tifoso viola in saluto al campione scomparso. Nel settore ospiti ecco uno striscione: «Andrea, un angelo ti ha messo le ali e ti ha insegnato a volare». Due maglie e due fedi calcistiche divise, uomini uniti nel dolore sotto la sola bandiera del cordoglio per un giovane che non c’è più. Juve e Fiorentina, strette in un abbraccio in occasione dell’addio ad Andrea come nella scomparsa di Davide Astori.
Sono 30 anni senza te, caro Andrea: ti continuiamo a immaginare in maglia bianconera correre su e giù per la tua amata fascia sinistra, con i tuoi lunghi capelli al vento, pronto a effettuare il cross perfetto per il nostro capitano Gianluca Vialli. Due stelle in più nel cielo, a cui non smettiamo certo di pensare. E continuiamo a essere convinti che sia stato anche tu, un anno più tardi, nel maggio del 1996, a spingerci verso la nostra ultima Champions League vinta. Sempre e per sempre con noi Andrea, e, credici, siamo stati noi i “Fortunati” ad averti incontrato e ammirato lottare a testa alta, nonostante tutto.
Davide Chicarella



